Avanguardie storiche del '900

Liceo Artistico Klee Barabino Anno scolastico 2015-2016 U.D.A. sulle Avanguardie storiche realizzata dalla classe 2H

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domenica 29 maggio 2016


Per l’Unità Didattica di Apprendimento come classe abbiamo lavorato sull’argomento delle avanguardie storiche del ‘900. Questo lavoro ha coinvolto quattro materie:

Per ogni materia abbiamo fatto un lavoro differente, ma erano tutti accomunati dalla ricerca. Per Italiano abbiamo seguito le lezioni del Professore sui vari movimenti delle avanguardie di quel periodo e sotto le sue indicazioni abbiamo fatto singolarmente una ricerca di foto e frammenti di video riguardanti dadaismo, futurismo espressionismo e surrealismo. Successivamente c’è stata una selezione del materiale che è stato caricato su un blog creato da noi. Inoltre il Professore ha organizzato tre conferenze, le prime due su aspetti diversi delle avanguardie storiche: la prima di Claudio Pozzani sul testo poetico; la seconda di Andrea Scarel sul teatro e il lavoro della messa in scena. La terza conferenza è stata tenuta da Richard Rabensaat sull’ esperienza di un centro d’arte rivolto ai giovani, Teufelsberg, a Berlino. Anche per storia dell’arte la Professoressa ha tenuto delle lezioni in base alle quali noi abbiamo poi cercato delle immagini su Fauves, cubismo, espressionismo, dadaismo, futurismo e surrealismo. Per Scienze abbiamo fatto, collaborando tra di noi, tre ricerche sull’occhio e l’orecchio e la loro percezione dell’arte. Per Inglese invece abbiamo lavorato su una poesia modernista, The Hollow Men di Thomas Stearns Eliot. Ci siamo divisi in cinque gruppi, ognuno dei quali aveva assegnata una parte della poesia; su di questa bisognava fare un commento e un disegno che la rappresentasse. Successivamente un esponente del gruppo li ha esposti in un video. Così come per Italiano, ogni materiale delle varie materie è stato inserito nel blog. Gli aspetti più proficui di questa U.D.A. sono stati l’approfondimento di un argomento che ha portato a delle conoscenze maggiori e il risultato che in futuro, quando affronteremo di nuovo l’argomento, saremo molto preparati. Un altro è anche la collaborazione tra di noi, siccome non capita molto spesso di fare lavori di gruppo. Infine anche la collaborazione tra le varie materie: è molto interessante vedere come un argomento possa essere affrontato in materie diverse.
Valeria Garziano

Le tre conferenze tenute dagli esperti Claudio Pozzani, Andrea Scarel e Richard Rabensaat sono state di grande aiuto nel lavoro svolto dalla classe per l’Unità Didattica di Apprendimento sulle avanguardie storiche. Molto importanti sono stati gli interventi di Claudio Pozzani che ha approfondito il tema delle avanguardie storiche nel campo della poesia e quello di Andrea Scarel che ha parlato invece del teatro dei primi anni del ‘900. Per noi alunni è stato stimolante osservare e analizzare le opere d’arte espressioniste, Futuriste dadaiste e surrealiste con la Professoressa di Storia dell’arte. Durante le lezioni di Italiano, con la lettura di alcuni testi poetici abbiamo appreso quanto, sia gli scrittori, sia i pittori, in modi differenti, volessero apportare un cambiamento radicale mostrando alla gente qualcosa di totalmente nuovo che creasse scandalo e interesse allo stesso tempo. Con la Professoressa di Inglese abbiamo analizzato un’altra avanguardia sviluppatasi soprattutto in Inghilterra: il modernismo. La lettura e l’interpretazione personale della poesia The Hollow Men di T. S. Eliot ha coinvolto anche il disegno, infatti ognuno di noi ha illustrato a proprio piacere gli uomini vuoti descritti nella poesia. Abbiamo studiato inoltre, nel corso di alcune lezioni di Scienze, come l’occhio e l’orecchio percepiscono l’esterno. Il lavoro svolto a casa, la ricerca di immagini e testi sulle avanguardie storiche fatta da ognuno di noi, ha promosso sia lo studio di una grande varietà di illustrazioni, sia una personale interpretazione da parte di ogni alunno di ciascuna di queste avanguardie. Ognuno naturalmente ha approfondito o gradito di più un’avanguardia rispetto alle altre e ciò ha garantito un confronto e uno scambio di idee interessante tra noi alunni. Questa metodologia di lavoro penso sia anche molto stimolante per gli alunni che possono collegare diverse materie attraverso un filo logico.
Sabrina Deiana

La classe ha apprezzato molto l’intervento dell’insegnante di Discipline Grafiche nel lavoro svolto per la materia di Lingua e Letteratura Inglese, in quanto ci ha aiutato a realizzare dei bei disegni ispirati alla poesia “The Hollow Men” di T.S. Eliot. L’insegnante di Inglese ha poi diviso la classe in gruppi e ha realizzato delle riprese video mentre spiegavamo i disegni da noi fatti collegandoli al testo poetico studiato, da caricarsi sul blog realizzato come contenitore dei materiali dell’U.D.A.assieme ai testi da noi redatti e alle immagini relative alle avanguardie storiche del ‘900.
Beatrice D’Antonio

Il risultato complessivo dell’Unità Didattica di Apprendimento è stato molto profiquo. I progetti sono stati realizzati con cura ed attenzione e gli alunni non solo sono stati abituati a lavorare in un modo diverso dal consueto, ma hanno potuto partecipare a diversi incontri decisamente interessanti che hanno contribuito all’arricchimento delle conoscenze sulle quali lavorare. Un’ottima cosa è stata l’inserimento dei materiali elaborati in un blog. In tal modo gli alunni hanno avuto la possibilità di mostrare il loro lavoro e di poter interagire con la comunicazione attraverso i nuovi media, esperienza che potrà, in futuro, rivelarsi senz’altro utile 
Federica Marinelli.

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INTERVENTI DI ESPERTI ESTERNI



LICEO ARTISTICO STATALE KLEE BARABINO – GENOVA
http://www.liceokleebarabino.it
a.s. 2015 / 2016
Cl. 2 H
Unità Didattica di Apprendimento
LE AVANGUARDIE STORICHE DEL ‘900

Nel contesto dell’Unità didattica di apprendimento sulle avanguardie storiche del ‘900 sono stati organizzati con il coordinamento del Prof. Attilio Caffarena, tre incontri di approfondimento con esperti esterni:
il primo con Claudio Pozzani, Direttore del Festival Internazionale di Poesia “Parole Spalancate” di Genova
( http://www.festivalpoesia.org/ );
il secondo con Andrea Scarel, docente e regista della Scuola di Teatro “La Quinta Praticabile” di Genova
( http://www.laquintapraticabile.it/ ).
La relativa locandina è stata realizzata dagli allievi della classe 2H.
Image Locandina
Un terzo incontro è stato quello con Richard Rabensaat che ha illustrato agli allievi la storia e le attività del Centro d’arte di Teufelsberg che, nella Berlino dei nostri giorni, si propone come una delle realtà più all’avanguardia nel settore delle nuove tendenze in campo artistico.
( http://www.teufelsberg-berlin.eu/ )

LE CONFERENZE
Durante i lavori per l’Unità Didattica di Apprendimento tre esperti esterni hanno tenuto delle conferenze illustrando diverse esperienze nel campo artistico.
Claudio Pozzani, trattando del testo poetico, ha spiegato pensieri e stili diversi di scrittura in base a un ordine cronologico. Un’idea che mi ha particolarmente interessato è stata quando ha definito le avanguardie artistiche “recenti” per il fatto che, dal punto di vista cronologico, sono vicine ai nostri giorni rispetto ai canoni classici. Un altro momento che ha catturato la mia attenzione è stato quando si è messo personalmente a leggere le poesie delle avanguardie facendomi capire i canoni espressivi e la struttura delle diverse opere.
Il secondo incontro è stato con 
Andrea Scarel, il quale ha trattato del teatro e della messa in scena. Il suo intervento è stato molto chiaro e preciso ed è riuscito a coinvolgere noi studenti. Molto interessante è stato quando ha spiegato la teoria di Mejerchol’d e come questa ha ribaltato La Teoria del suo maestro Stanislavskij. Il suo ragionamento è che prima viene il corpo e poi la psicologia; questo metodo viene chiamato biomeccanica, è un esercizio per gli attori che si divide in tre momenti: intenzione, esecuzione fisica, reazione psichica. Un punto fondamentale che ha chiarito è che il teatro è finzione.
L’ultimo intervento è stato quello di Richard Rabensaat ed ha riguardato in particolare un centro d’arte rivolto ai giovani: il Centro di Teufelsberg che si trova a Berlino. E’ situato in una ex base spionistica americana costruita sopra a una montagna fatta con le macerie della seconda guerra mondiale. Il centro d’arte è stato in essa integrato e la ha trasformata attraverso il lavoro di artisti che operano in modi e con stili diversi.
Ryan Bisso.

Andrea Scarel: Il teatro e il lavoro dell’Attore al tempo delle avanguardie storiche.
Ho sempre trovato interessante il teatro, in particolare la sua storia e i suoi aspetti tecnici, dalla scenografia al trucco fino al linguaggio del corpo degli attori e agli studi svolti su di esso. Grazie all’intervento di Andrea Scarel ho potuto approfondire la storia del teatro durante il periodo delle avanguardie storiche, i suoi progressi tecnici e le idee rivoluzionarie che hanno portato sino al teatro dei giorni nostri. I punti che ho trovato maggiormente interessanti sono gli studi del linguaggio del corpo, la biomeccanica, l’adattamento del testo teatrale e la drammaturgia, le sue evoluzioni negli anni e il contraddittorio tra le diverse avanguardie storiche per quanto riguarda la recitazione. Il linguaggio del corpo adottato dagli attori di quel tempo poteva consistere nel rappresentare le emozioni attraverso le azioni con l’aiuto della psiche, per esempio, se un attore avesse dovuto interpretare una scena triste gli sarebbe stato utile immaginarsi o ricordarsi un avvenimento simile da lui vissuto per riuscire a vivere e ad interpretare la scena al meglio. Questo metodo è stato elaborato nei primi anni del ‘900 da Konstantin Stanislawskij.
Sara Ferrari

Andrea Scarel

Tutti e tre gli interventi a cui abbiamo partecipato sono stati molto interessanti e coinvolgenti. Quello che mi ha colpito maggiormente è stato quello di Andrea Scarel che ci ha parlato del teatro e del lavoro della messa in scena agli inizi del 900; ci ha esposto i concetti in modo semplice, ma allo stesso tempo conciso e dettagliato. L’argomento che mi ha interessata di più è stato quello della biomeccanica, un metodo per il lavoro del’attore elaborato da Mejerchol’d nel 1922 secondo il quale era più importante il corpo e poi veniva la psicologia. La biomeccanica non è un modo di recitare, non è uno stile, è un allenamento per gli attori, un modo per arrivare alla recitazione; la musica veniva utilizzata per far trovare all’artista il proprio ritmo. Il lavoro della biomeccanica si articola in tre fasi: l’intenzione, cioè il controllo esterno della mente, l’esecuzione fisica e la reazione psichica; quindi l’attore raggiunge uno stato emotivo e attraverso di esso comunica gli spettatori un altro stato emotivo. E’ interessante il rapporto che si tende a sviluppare tra le varie parti del corpo, tra gli attori, tra gli attori e lo spazio, tra gli attori e il pubblico. Anche se Mejerchol’d non ci ha lasciato nessuna opera, sarebbe molto interessante poter assistere o partecipare a un’esibizione di quell’epoca o anche cercare di riprodurla. L’intervento di Andrea Scarel ci ha insegnato molto sul teatro e mi ha fatto capire cosa avviene prima di una messa in scena, ciò che prova un attore prima di entrare in scena e durante la rappresentazione. Inoltre ci ha fatto notare le differenze tra come era il lavoro del teatro agli inizi del ‘900 e come è svolto attualmente.
Benedetta Saletta


Richard Rabensaat: Teufelsberg, un centro d’arte nella Berlino dei nostri giorni.
Delle tre conferenze tenute nel corso del secondo quadrimestre, quella di Richard Rabensaat mi ha stimolato e coinvolto moltissimo. Ha parlato alla classe presentando, con il supporto di immagini fotografiche e video, il Centro d’arte di Teufelsberg, che si rivolge in particolare agli artisti delle giovani generazioni nella Berlino dei nostri giorni. E’ situato in un complesso di edifici alla base di una vecchia torre di controllo usata dagli americani durante la guerra fredda a Grunewald, una densa e rigogliosa foresta ad ovest di Berlino, sulla cima di una collina artificiale ottenuta dai resti dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. Il suo nome, in tedesco, significa “montagna del diavolo”. Sotto alla collina, nell’area dell’ex sezione britannica di Berlino Ovest, ci sono i resti di un istituto tecnico militare dei tempi del nazismo che non fu mai portato a termine. La costruzione della torre cominciò nell’ottobre del 1963 e i tentativi di di intercettare le comunicazioni dei paesi del Patto di Varsavia durarono per tutta la guerra fredda. Dopo la caduta del muro di Berlino la struttura passò in mano alle autorità tedesche e successivamente a proprietari diversi fino a diventare privata. Dell’ex stazione spionistica sono rimaste solo le strutture murarie ricoperte di graffiti che le conferiscono un’atmosfera unica nel suo genere, quasi magica. Nonostante le attuali iniziative che ne fanno un centro d’arte, il futuro di Teufelsberg è incerto; tra un po’ di anni questa area potrebbe essere considerata troppo pericolosa per essere visitata, tuttavia attualmente si sta lavorando per rimettere il sito in sicurezza e, tra i progetti, c’è la possibilità che diventi anche un museo. Nel corso della sua storia più recente, come già detto, essa è stata ed è ispirazione per moltissimi artisti contemporanei, come ad esempio Blu. Questo artista è italiano ed ha iniziato a farsi conoscere a partire dagli anni ’90 attraverso dei graffiti eseguiti a Bologna; in seguito è diventato famoso, ma tuttavia rimane coerentemente attacato all’arte di strada e all’idea di opera gratuita. A parer mio Teufelsberg dovrebbe essere fonte di interessamento per tutti i giovani, come luogo dove la loro creatività possa aver spazio e magari entrare in contatto con altre ideologie. Questo potrebbe stimolare in loro un senso critico che li aiuti a percepire le cose con occhio diverso.
Simone Valdetara

 

Ho trovato interessanti tutte e tre gli incontri, ma ho preferito quello con Richard Rabensaat che ha presentato il Centro d’arte Teufelsberg nella Berlino dei nostri giorni. Devo dire che l’idea di Teufelsberg mi attira molto e l’incontro mi ha convinto ad andarci il prima possibile. Mi ha incuriosito anche il fatto che in Germania, paese non troppo distante da noi, l’arte, soprattutto per i giovani, sia incoraggiata e compresa, mentre in Italia la street art, per esempio, viene ancora considerata soprattutto come vandalismo. Affascinante è anche il luogo dove è situato questo Centro: una vecchia base spionistica. Qua una cosa del genere sarebbe impensabile, dato che gli edifici abbandonati vengono, nella maggior parte dei casi, lasciati marcire.
Gabriele Teodosio

Richard Rabensaat al Klee-Barabino
L’intervento di Richard Rabensaat è stato particolarmente coinvolgente in quanto ha rappresentato un invito a conoscere un centro d’arte rivolto ai giovani, quindi anche a noi. Il Centro di Teufelsberg a Berlino appare come una specie di “rifugio” per gli artisti, dove possono esternare a pieno la loro creatività. Mi sono sentita invogliata a visitare questo luogo: è un’esperienza che trovo valga la pena di fare. L’incontro oltretutto è stato tenuto in lingua inglese, un qualcosa di insolito e nuovo che mi è piaciuto molto; anche per questo motivo è stata un’esperienza interessante che rappresenta comunque un aiuto per lo studio di una lingua straniera. E’ stata un’esperienza che non avevo mai fatto, che ho trovato molto originale e che lascia il segno.
Elisa D’Andria
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giovedì 19 maggio 2016

Seconda ricerca su occhio ed orecchio


                                                       RICERCA DI SCIENZE
                                                                 OCCHIO
L'occhio, o bulbo oculare, è l'organo di senso principale dell'apparato visivo, che ha il compito di ricavare informazioni sull'ambiente circostante attraverso la luce.
L'occhio umano raccoglie la luce che gli proviene dall'ambiente, ne regola l'intensità attraverso un diaframma , la focalizza attraverso un sistema regolabile di lenti per formarne un'immagine sulla retina e trasforma questa immagine in una serie di segnali elettrici che attraverso il nervo ottico vengono inviati al cervello per l'elaborazione e l'interpretazione. La condizione ottica ideale di un occhio che non presenta anomalie di rifrazione è detta emmetropia.

Gli occhi umani sono due organi, posizionati nelle due cavità orbitarie del cranio. La superficie esterna di ciascun occhio è una sfera incompleta e opaca costituita per il 93% dalla sclera, che anteriormente si interrompe dando origine a una seconda porzione sferica trasparente più piccola circa il 7% della superficie totale e di differente curvatura, la cornea. Internamente alla sclera è presente uno strato pigmentato e vascolarizzato, la coroide, che si continua anteriormente dando origine prima al corpo ciliare e poi all'iride, un disco membranoso con un foro centrale, la pupilla, il cui diametro è regolato dalla muscolatura dell'iride. Le tre porzioni pigmentate formano il tratto uveale o uvea.








Profondamente alla coroide si estende uno strato fotosensibile, la retina, che termina anteriormente a livello ora serrata, cioè presso la giunzione tra la coroide stessa e il corpo ciliare. Essa contiene i fotorecettori dell'occhio che trasducono la luce in potenziali elettrici inviati attraverso il nervo ottico. Dal corpo ciliare si dipartono le fibre zonulari che si attaccano al cristallino, la lente dell'occhio, collocata posteriormente all'iride e a livello del corpo ciliare. All'interno dell'occhio si distinguono inoltre tre camere. La camera anteriore è lo spazio compreso tra la cornea e l'iride, la camera posteriore tra l'iride e il cristallino, e infine l'ampia camera vitrea, dietro il cristallino. Le prime due sono riempite dall'umore acqueo, un liquido trasparente prodotto dal corpo ciliare che defluisce attraverso il canale di Schlemm nelle vene sclerali, mentre la camera vitrea è occupata dal corpo vitreo, una massa gelatinosa che contribuisce a determinare la forma del bulbo oculare, occupandolo per i due terzi del suo volume.

L'avanzare dell'età comporta generalmente un irrigidimento del cristallino, con la comparsa di presbiopia, e possono poi manifestarsi patologie anche di carattere ereditario, come il cheratocono.


                                                    ORECCHIO
L'orecchio è l'organo del corpo umano preposto alla funzione uditiva: permette di rilevare onde sonore dai 20 hertz ai 20 kilohertz e di mantenere l'equilibrio grazie all'azione del sistema vestibolare contenuto nella porzione interna.
La funzione uditiva viene assolta da componenti di orecchio esterno e medio; mentre la funzione vestibolare è appannaggio dell'orecchio interno e tutte e tre le porzioni dell'orecchio sono ospitate dall'osso temporale.
L'orecchio umano è composto da tre parti:
  • Orecchio esterno, da cui entrano i suoni, composto da padiglione auricolare e meato acustico esterno che ha come limite laterale l'orifizio del meato acustico esterno nella porzione acustica dell'osso temporale e come limite mediale la membrana timpanica.
  • Orecchio medio, composto da membrana timpanica, cavo del timpano, cellette mastoidee e tuba uditiva.
  • Orecchio interno, insieme di recettori ad origine embrionale comune, parte dell'apparato sia acustico che vestibolare
L'orecchio esterno è formato dal padiglione auricolare, dal condotto uditivo esterno e dal timpano. Il padiglione auricolare è costituito da cartilagine rivestita dalla pelle strettamente adesa ad una sottostante membrana di tessuto connettivo, il pericondrio. La sua funzione è quella di raccogliere i suoni per inviarli all'interno del condotto uditivo. Il condotto uditivo è un tunnel dalle pareti lisce provvisto di peli e di ghiandole sebacee e ghiandole ceruminose, il cui secreto ricco di cere ha una funzione protettiva.
Al termine del condotto uditivo si trova la membrana del timpano, che è una sottile membrana sensibile alle onde sonore che vengono a infrangersi su di essa. Le vibrazioni così raccolte vengono trasmesse a tre ossicini, i più piccoli del corpo umano: il martello, direttamente a contatto con la membrana del timpano, l'incudine e la staffa. Questa prende contatto col labirinto. I tre ossicini dell'udito sono contenuti in una cavità, la cassa del timpano, che comunica all'esterno attraverso un piccolo canale lungo 3-4 cm, la Tromba di Eustachio, che sbocca nella faringe. In questo modo l'orecchio è collegato con la faringe. Ciò permette di mantenere in equilibrio la pressione dell'aria al di là e al di qua del timpano.
L'orecchio interno è la parte interna dell'apparato stato-acustico, divisibile in due porzioni, definite "labirinti":
  • Labirinto osseo (o parte ossea), la cavità interna presenta una parete ossea.
  • Labirinto membranoso, presente internamente al labirinto osseo; in esso sono individuabili organi a parete connettivale.
Tra le due porzioni di labirinto è presente un liquido, definito perilinfa, mentre internamente agli organi del labirinto membranoso è presente l'endolinfa.




















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domenica 15 maggio 2016

Astrattismo



ASTRATTISMO





Nelle arti figurative il concetto di astratto assume il significato di «non reale». L’arte astratta è quella che non rappresenta la realtà. L’arte astratta crea immagini che non appartengono alla nostra esperienza visiva. Essa, cioè, cerca di esprimere i propri contenuti nella libera composizione di linee, forme, colori, senza imitare la realtà concreta in cui noi viviamo.
L’astratto, in tal senso, nasce agli inizi di questo secolo. Ma esso era già presente in molta produzione estetica precedente, anche molto antica. Sono astratte sia le figurazioni che compaiono sui vasi greci più antichi, sia le miniature altomedievali, solo per fare alcuni esempi. In questi casi, però, la figurazione astratta aveva un solo fine estetico ben preciso: quello della decorazione.
L’arte astratta di questo secolo ha, invece, un fine completamente diverso: quello della comunicazione. Vuole esprimere contenuti e significati, senza prendere in prestito nulla dalle immagini già esistenti intorno a noi.
All’astratto si è arrivati mediante un processo che può essere definito di astrazione. Il concetto di astrazione è molto generale, ed esprime un procedimento mediante il quale l’intelletto umano descrive la realtà solo in alcune sue caratteristiche. Da processi di astrazione nascono le parole, i numeri, i segni, e così via.
Nel campo delle immagini, i segni, intesi come simboli che rimandano a cose o idee, è già un modo "astratto" di rappresentare la realtà. Nel campo dell’astrazione entrano anche la stilizzazioni che, ad esempio, proponeva l’arte liberty. Ed, ovviamente, tutta l’esperienza estetica delle avanguardie storiche è un modo tendenzialmente astratto di rappresentare la realtà.
La scomposizione di una bottiglia, ad esempio, che effettua Picasso, gli consente di giungere ad una rappresentazione "astratta" di quella bottiglia. Ma nel suo quadro la bottiglia, intesa come realtà esistente, rimane presente.
L’astrattismo nasce, invece, quando nei quadri non vi è più alcun riferimento alla realtà. Nasce quando i pittori procedono in maniera totalmente autonoma rispetto alle forme reali, per cercare e trovare forme ed immagini del tutto inedite e diverse da quelle già esistenti. In questo caso, l’astrattismo ha un procedimento che non è più definibile di astrazione, ma diviene totale invenzione.
L’astrattismo nasce intorno al 1910, grazie al pittore russo Wassilj Kandinskij. Egli operava, in quegli anni, a Monaco dove aveva fondato il movimento espressionistico «Der Blaue Reiter». Il suo astrattismo conserva infatti una matrice fondamentalmente espressionistica. È teso a suscitare emozioni interiori, utilizzando solo la capacità dei colori di trasmettere delle sensazioni.
Da questo momento, la nascita dell’astrattismo ha la forza di liberare la fantasia di molti artisti, che si sentono totalmente svincolati dalle norme e dalle convenzioni fino ad allora imposte al fare artistico. I campi in cui agire per nuove sperimentazioni si aprono a dismisura. E le direzioni in cui si svolge l’arte astratta appaiono decisamente eterogenee, con premesse ed esiti profondamente diversi.
Nel campo dell’architettura e del design, l’arte astratta smuove finalmente un grosso vincolo che aveva condizionato tutta la produzione ottocentesca: quella di mascherare le cose e gli edifici, con una "pelle" stilistica a cui affidare la riuscita estetica del manufatto. L’arte astratta sembra dire che può esistere un’estetica delle cose che nasce dalle cose stesse, senza che esse debbano necessariamente imitare qualcosa di altro. E come l’arte astratta possa divenire metodo di una nuova progettazione estetica, nell’architettura e nelle arti applicate, è un processo che si compie nella Bauhaus, negli anni ’20 e ’30, e che vede protagonista ancora Wassilj Kandinskij. Ma l’idea, che l’astratto potesse servire a costruire un mondo nuovo, era già nata qualche anno prima in Russia con quella avanguardia definita Costruttivismo.
Negli anni ’30, in coincidenza con quel fenomeno di ritorno alla figuratività, definito «ritorno all’ordine», l’astrattismo subisce dei momenti di pausa. È un’arte che, al pari di quella delle altre avanguardie, non viene accettata dai regimi totalitari che si formano in quegli anni: il nazismo in Germania, il fascimo in Italia, il comunismo in Russia, il franchismo in Spagna. E, in conseguenza di questo atteggiamento, molti artisti europei emigrarono negli Stati Uniti dove portarono l’eredità delle esperienze artistiche dei primi decenni del Novecento europeo.
Le esperienze astrattiste hanno ritrovato nuova vitalità nel secondo dopoguerra, dando luogo a diverse correnti, quali l’Action Painting, l’Informale, il Concettuale, l’Optical art. Nuovi campi di sperimentazioni sono stati tentati dagli artisti, uscendo dal campo delle immagini, per rendere esperienza estetica la gestualità, la materia, e così via.
Uno degli esiti più interessanti e suggestivi dell’astrattismo, è dato dall’Action Painting del pittore statunitense Jackson Pollock. Egli, a partire dal 1946, inventò il dripping, ossia la tecnica di porre il colore sulla tela posta a terra, mediante sgocciolatura e spruzzi. I quadri così ottenuti risultano delle immagini assolutamente confuse e indecifrabili. Cosa esprimono? Il senso del caos, che è una rappresentazione della realtà, forse, più vera di quelle che ci propone la razionalità umana. L’arte, in questo modo, non solo nega il concetto di immagine, ma nega il fondamento stesso dell’arte. Di un’attività, cioè, che riesce a mettere ordine nelle cose, per giungere a quel prodotto di qualità che è l’opera d’arte. I quadri di Pollock ci rimandano ad un diverso ordine delle cose, della realtà, dell’universo le cui leggi, come ci insegna la fisica, sono razionali, ma il cui esito, come ci insegna il secondo principio della termodinamica, è il caos più assoluto.



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"The hollow men"


The Hollow Men: Text of the Poem

Mistah Kurtz—he dead.

A penny for the Old Guy

I
We are the hollow men
We are the stuffed men
Leaning together
Headpiece filled with straw. Alas!
Our dried voices, when
We whisper together
Are quiet and meaningless
As wind in dry grass
Or rats' feet over broken glass
In our dry cellar
Shape without form, shade without colour,
Paralysed force, gesture without motion;
Those who have crossed
With direct eyes, to death's other Kingdom
Remember us—if at all—not as lost
Violent souls, but only
As the hollow men
The stuffed men.

II
Eyes I dare not meet in dreams
In death's dream kingdom
These do not appear:
There, the eyes are
Sunlight on a broken column
There, is a tree swinging
And voices are
In the wind's singing
More distant and more solemn
Than a fading star.
Let me be no nearer
In death's dream kingdom
Let me also wear
Such deliberate disguises
Rat's coat, crowskin, crossed staves
In a field
Behaving as the wind behaves
No nearer—
Not that final meeting
In the twilight kingdom

III
This is the dead land
This is cactus land
Here the stone images
Are raised, here they receive
The supplication of a dead man's hand
Under the twinkle of a fading star.
Is it like this
In death's other kingdom
Waking alone
At the hour when we are
Trembling with tenderness
Lips that would kiss
Form prayers to broken stone.

IV
The eyes are not here
There are no eyes here
In this valley of dying stars
In this hollow valley
This broken jaw of our lost kingdoms
In this last of meeting places
We grope together
And avoid speech
Gathered on this beach of the tumid river
Sightless, unless
The eyes reappear
As the perpetual star
Multifoliate rose
Of death's twilight kingdom
The hope only
Of empty men.

V
Here we go round the prickly pear
Prickly pear prickly pear
Here we go round the prickly pear
At five o'clock in the morning.
Between the idea
And the reality
Between the motion
And the act
Falls the Shadow
For Thine is the Kingdom
Between the conception
And the creation
Between the emotion
And the response
Falls the Shadow
Life is very long
Between the desire
And the spasm
Between the potency
And the existence
Between the essence
And the descent
Falls the Shadow
For Thine is the Kingdom
For Thine is
Life is
For Thine is the
This is the way the world ends
This is the way the world ends
This is the way the world ends
Not with a bang but a whimper.




"The hollow men"
Group section I













"The hollow men"
Group section II








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venerdì 6 maggio 2016

Le avanguardie storiche

L.A. KLEE-BARABINO

Cl. 2H


LE AVANGUARDIE STORICHE DEL '900






Simona Cabella

Con il termine AVANGUARDIE STORICHE si indicano movimenti artistico-culturali sviluppatisi in Europa dal '900 fino a gli anni trenta circa; vengono definite cosi per distinguerle dalla neoavanguardie nate dopo la seconda guerra mondiale.
Le avanguardie rompono gli schemi artistici tradizionali, sono complesse e dietro c'è molto studio e molta ricerca. Spesso non vengono capite, perché viste superficialmente, mentre per comprenderle bisogna analizzarle a fondo.
Nella civiltà contemporanea è difficile proporre nuove avanguardie.
La tecnologia si è rivelata, oltre ad un beneficio, anche un limite e la gente di oggi ha una mentalità diversa da quella dei primi decenni del 900.




Bearice D'Antonio

Tra le avanguardie artistiche quella che sento più vicina ai miei gusti è l’espressionismo. Amo i colori forti, contrastanti fra loro e le pennellate cariche di colore che quasi creano dei solchi nella tela. Mi piacciono i soggetti dell’espressionismo tedesco, ovvero la gente comune, persino nella scelta di mostrare il lato, per così dire, brutto delle persone e il fatto che l’arte venisse intesa come strumento contro la propaganda politica nazista. L’espressionismo è si un’evoluzione dell’impressionismo, ma esso non accetta il fatto che la pittura debba essere piacevole alla vista o debba essere verosimile, con colori tenui e soggetti allegri e pieni di vita.
Anche ai giorni nostri, forse con l'uso di caricature, il fare arte contro la società e la politica è fattibile, globalmente parlando, e probabilmente farei anch’io dei quadri di questo genere; però dipingerei solo la società italiana, corrotta e decadente. Sì, mi piacerebbe farlo, e forse lo farò se ne avrò l’occasione, ma mischierei il colore del gruppo Fauves e i soggetti del gruppo Die Bruche.
L’espressionismo è espressione dell’artista in tutti i campi artistici: l’artista deve essere libero di fare arte ma può arrivare al punto in cui rappresenta una minaccia per la società e per il potere. Difatti in Germania, nel periodo nazista, ad alcuni artisti fu impedito il continuare a produrre la loro arte e altri furono obbligati ad emigrare negli Stati Uniti. Anche oggi si possono ripresentare questi problemi, ma comunque in Italia non molti hanno fatto qualcosa di concreto. Comunque credo che nel nostro paese difficilmente potrà avvenire una rivoluzione di tipo avanguardistico, perché le avanguardie, fondamentalmente, sono contro i modelli tradizionali e il nostro è un paese prevalentemente tradizionalista.





Sara Ferrari

Nel ventunesimo secolo ormai non si avverte più l'influenza delle avanguardie storiche, gli importanti movimenti artistici che caratterizzarono i primi decenni del ‘900 e che produssero idee e proteste contro la società borghese che deteneva il potere in quel periodo.
Infatti con l’avanzare degli anni, la classe borghese ha riacquistato il potere che prima, in parte, era stato messo in crisi.
Oltretutto i metodi per divulgare le notizie e la cultura sono cambiati e queste vengono manipolate secondo gli interessi dei governi.
Riproporre un modello di protesta simile a quello delle avanguardie dei primi decenni del '900 sarebbe praticamente impossibile nei nostri tempi.
Il progresso portato dalle nuove tecnologie ha fatto in modo di imporre, oltre ad una idealizzazione della società dei consumi, anche dei canoni che dobbiamo seguire per permetterci di vivere tranquillamente.
Per far si che tutti si limitino a vivere senza idee proprie e sotto l’influenza delle multinazionali, è necessario, infatti, “insegnare”, fin dai primi giorni di vita, alle persone ad uniformarsi e a opporsi ad ogni tipo di innovazione che andrebbe contro i canoni preimposti dalla società, escludendo tutte quelle persone con idee diverse dal “comune”.
Quindi divulgare un pensiero rivoluzionario verrebbe considerato da molti come minaccia e verrebbe impedito immediatamente.
Ormai le persone non sono più abituate a pensare e hanno bisogno di un modello da seguire.
Forse potrebbe essere più efficace creare un movimento di pensiero guidato in anonimato sia da adulti che da giovani che creino arte seguendo modelli ispirati all’impressionismo.
Infatti può essere molto efficace creare arte sulla base di soggetti, anche astratti, e immagini che rimandano emozioni, piuttosto che in base a testi o manifesti scritti, soprattutto perché, per quanto possa garantirci il governo che ogni uomo è libero di pensare e scrivere quello che più gli aggrada, ogni testo, se viene ritenuto pericoloso, verrà facilmente censurato.
Benché le avanguardie presentino stili diversi come il dadaismo e il surrealismo, secondo me per rendere un movimento artistico efficace bisognerebbe seguire appunto le idee dell’impressionismo.
Esso infatti, derivando dal romanticismo, è un movimento caratterizzato dai sentimenti; considerando che le persone ormai hanno una mentalità chiusa per quanto riguarda formulare dei pensieri diversi dall’ordinario, esse tendono a reagire a ogni modello che trasmetta emozioni e sensazioni forti.
Per arrivare ad una rivoluzione mentale di massa quindi sarebbe forse meglio iniziare appunto con l’arte rappresentata in modo semplice, ma che dia all’osservatore emozioni immediate e anche che susciti un senso di mistero, così da portare l’osservatore a cercare una vera spiegazione all’opera in un modo che lo induca a guardare dentro se stesso.
Così, oltre ad attirare l’attenzione e suscitare emozioni, questo movimento potrebbe diventare un nuovo punto di riferimento e far sì che la società si rivolti contro il potere oppressivo per diventare una comunità di persone coi propri pensieri.









Federica Marinelli

Se i concetti che sono stati alla base delle avanguardie storiche fossero riproposti nella civiltà di oggi, secondo me non avrebbero un grande impatto. La società dei nostri giorni, per la maggior parte, ha imparato ad assorbire tutto ciò che è alternativo e che va contro a qualcosa. Nel campo dell'arte ormai più nulla è considerato “strano”, ma allo stesso tempo le persone non sanno soffermarsi sull'analisi e sul significato dei particolari. Come succedeva anche nel novecento, spesso le persone non sanno o non vogliono andare oltre alle apparenze, non raggiungono il nocciolo e si fermano a ciò che si nota al primo impatto.
Le avanguardie storiche invece chiedono un lavoro di concentrazione per essere comprese.
Anche nel contesto contemporaneo le avanguardie vengono capite solo da gruppi ristretti, mentre il resto della società si sofferma alle apparenze, magari inizialmente le critica, ma alla fine le considera come tanti altri movimenti e pensieri alternativi che che si aggiungono alla infinita e indistinta diversità che già esiste.
Tutti i movimenti, i pensieri, che un tempo venivano criticati, sono stati assorbiti dalla società e con il passare del tempo avere idee diverse è diventato quasi una moda.
Dire di credere in qualcosa per risultare diversi è un modo per venire accettati e apprezzati ma, come ho già detto prima, spesso ci si ferma alla superficialità e quindi la maggior parte delle persone non sa veramente cosa sia ciò in cui dice di credere.
Tra le avanguardie storiche, due mi hanno interessata in maniera particolare, il surrealismo ed il dadaismo.
Del surrealismo mi affascina l'inconscio, il concentrarsi sul sogno e l'allontanarsi da ciò che è logico. La realtà dei sogni è complessa, ed è il fatto che si allontani del tutto da spiegazioni razionali che mi piace.
Nell'arte dei nostri giorni secondo me il surrealismo potrebbe riproporsi ancora con successo; quest'arte si sofferma ad analizzare un mondo complesso e apparentemente irragionevole e questo è l'aspetto più interessante.
Il Dadaismo invece è un arte che si concentra sull'umorismo in senso provocatorio. Il nome viene da “dada” che è un suono che cerca di ricordare le prime parole di un bambino. Gli artisti dadaisti prendono in giro in modo umoristico gli altri al di là della logica. La cosa che più mi colpisce è il significato ed il senso che si trova dietro ad ogni poesia ed opera d'arte, che a primo impatto possono sembrare infantili.
Mentre il surrealismo si concentra sullo studio di concetti complessi, le opere dadaiste appaiono quasi infantili e secondo me non verrebbero accettate proprio perché in apparenza appaiono semplici e facili da farsi per chiunque.





Gabriele Teodosio

Sicuramente tra tutte le avanguardie dei primi decenni del '900 quella che mi ha appassionato di più è il dadaismo. Sono stato attratto da questa corrente fin da subito.
A dire il vero ero in cerca di una forma d’arte così irriverente, satirica e che rifiutasse i preconcetti e quasi li deridesse. Quando creo qualcosa di mio, con la mia fantasia, mi accorgo che questo movimento è molto presente dentro me. Opere come “Fontana“ di Duchamp, geniali e d’impatto, danno una scossa alle persone e le fanno ragionare; è ovvio che un vespasiano rovesciato non è una fontana, ma serve per provocare chi in un primo momento avrà un rifiuto ma, dopo aver riflettuto, probabilmente ne capirà il messaggio ironico nei confronti del concetto classico di arte. È proprio questo il nocciolo della questione, il dadaismo fa pensare a qualcosa che nella società moderna manca e che quindi serve per più motivi: innanzitutto viviamo in una società frenetica e sempre veloce, questo ci porta ad essere sempre e costantemente sotto pressione e a prendere decisioni in fretta senza pensare; inoltre non essendo più abituati a pensare non sappiamo nemmeno noi cosa ci piace realmente, anche se nei social networks valutiamo la nostra vita a seconda del mi piace e del non mi piace. L’arte oggi potrebbe essere vivificata anche dal dadaismo che risveglierebbe la creatività nel nostro mondo. Uno dei messaggi del dadaismo è appunto quello di rompere gli schemi e dove, se non in Italia, avremmo bisogno di una rivoluzione artistica per far capire che l’arte in tutti i campi non è solo quella classica? Anche se nata più di un secolo fa, questa avanguardia può funzionare ancora oggi.







Greta Zappalà

Avanguardia è sinonimo di opinione intellettuale, artistica e letteraria.
Gli artisti dell'avanguardia sono i più estremisti, innovativi...
L'avanguardia nei primi decenni del '900 si impone come movimento artistico: ne sono esempi l'espressionismo, l'astrattismo, il futurismo, il cubismo, il dadaismo e il surrealismo.
Gli artisti di questi movimenti si proponevano il compito di andare controcorrente e in modi diversi, di opporsi, provocare, criticare.
Charles Baudelaire, già nel secolo precedente, potrebbe considerarsi uno dei precursori delle avanguardie.
L'espressionismo è il movimento artistico che preferisco in quanto rappresenta una realtà più profonda, una realtà che viene più dall'animo. E' un'ondata di creatività e ribellione. In pratica si '' sostituisce '' l'occhio esterno con quello interno, dello spirito. Questo nuovo linguaggio è ricco di contenuti sociali e di una realtà drammatica. La realtà di quegli anni era la guerra. Gli artisti espressionisti, inoltre, polemizzavano contro la società borghese, l'alienazione del lavoro... Criticavano anche gli artisti che li avevano preceduti. La cosa fondamentale, quando si dipingeva, era la comunicazione di un qualcosa di diverso; era creare un rapporto profondo fra l'artista e il mondo. Mi piace questo movimento perche' strano, originale. Secondo me i principi dell'espressionismo potrebbero ancora risultare scomodi, anche per la società contemporanea. Gli espressionisti esprimono attraverso l'arte gli stati d'animo e mettono in risalto le emozioni del pittore, attraverso l'uso dei colori in disarmonia fra loro in modo da creare nervosismo, violenza. In molti casi, le figure avevano un significato politico e sociale. Quindi c'è un rapporto diretto fra scontro politico/sociale e arte. Io credo che possa essere una buona idea riproporre questi principi. La gente si scandalizzerebbe, ma sarebbe una spinta per la società, per cambiare qualcosa, migliorare il mondo in modo alternativo e intelligente.





Garziano Valeria

L’arte è uno dei mezzi migliori per esprimere e trasmettere un’idea.
Il concetto di avanguardia nel campo dell’arte può essere un mezzo per protestare e per esporre le proprie idee e potrebbe venir riproposto nella società dei nostri giorni come risposta ai politici e alle loro concezioni opponendosi agli schemi tradizionali che ci sono nella società, esprimendosi in modo diretto, stuzzicando l’attenzione dell’osservatore, ma senza creare maggiore confusione.
La nostra società è basata sull’essere abiutuati ad avere sempre una risposta immediata, sul non cercare cosa sarebbe meglio, ma solo ciò che è facile da ottenere. Non si è abituati ad esprimere veramente ciò che si pensa, ma è diffusa una grande superficialità. Perciò il tipo di avanguardia che dovrebbe riproporsi in questa società dovrebbe riuscire a scuotere le persone da queste condizioni e, in modo diretto, dovrebbe mandare un messaggio di ritorno a ciò che è veramente importante. Il concetto dovrebbe essere appunto diretto, ma non superficiale o banale, in quanto scopo delle avanguardie è una ricerca dei significati. Perciò si dovrebbe con forza catturare l’attenzione di chi osserva, in questo modo l’osservatore sarebbe attratto e presterebbe molta attenzione, di conseguenza il messaggio arriverebbe chiaramente.
Tra le avanguardie artistiche dei primi decenni del ‘900 quella che mi intaressa di più è il dadaismo. Questo perché si basa molto sull’ironia , sull’umorismo e, ovviamente, va contro ogni consueta logica. Quello che mi attrae è il fatto che l’ironia, invece che risultare una presa in giro, porta farsi delle domande e a cercare di capire quale ideologia e quale pensiero si nasconde dietro un’opera. Personalmente, invece che rimanere basita davanti a un’opera dadaista, che è una reazione comune, rimango affascinata dalle idee che hanno avuto quegli artisti. Penso che sia affascinante capire ciò che ha portato alla realizzazione di qualcosa. Questa avanguardia è quella che stravolge di più il senso comune, in quanto elimina la logica tradizionale e ne crea una tutta propria.
I principi dadaisti potrebbero rappresentare un riferimento nella civiltà odierna siccome ancora adesso ci sono delle forme di arte che si basano sull’ironia, anche se, secondo me, queste hanno per lo più lo scopo di prendere in giro o di infastidire, invece che creare una logica alternativa.






Aaike Nicols

Le Avanguardie storiche, nel passare degli anni, sono sempre andate contro al senso comune o al normale modo di intendere l’arte.
Le Avanguardie sono sempre state una forma di ribellione contro la politica, il potere e la società.
L’arte è stata usata come arama ed ha quasi sempre funzionato come tale.
Le Avanguardie e l’ arte che c’è in esse sono quindi un metodo rivoluzionario per ribellarsi.
Credo che se oggi le Avanguardie storiche venissero riproposte nella società per ribellarsi e rivoluzionare non tutti ne capirebbero il senso. L’arte e tutto ciò che la riguarda viene ormai concepita come “qualcosa di carino da vedere”, ciò richiama l’ assioma di Andy Warhol “All is pretty” del 1968.
La società sta diventando sempre più superficiale e non fa il minimo sforzo per comprendere.
Le Avanguardie e la loro importanza verrebbero sicuramente sottovalutate o adirittura non considerate affatto a mio parere.
L’Avanguardia che più mi interessa è il Dadaismo.
Il Dadaismo è un movimento che nasce a Zurigo, in Svizzera, durante la prima guerra Mondiale. Questa Avanguardia ha come principi fondamentali prendersi gioco degli altri, provocare e andare contro ogni logica.
Il Dadaismo si ribellava contro ciò che è normale, ma lo faceva con umorismo e sarcasmo. Ed è per questo che gli artisti che seguivano questo movimento erano rispettosi e strani.
Il Dada era quindi alla ricerca della libertà della fantasia.
Si possono ritrovare questi aspetti nella poesia di Tristan Tzarà. Nella poesia “per fare una poesia dadaista” l’ autore scrive infatti che per fare una poesia bisogna semplicemente ritagliare le parole da un giornale, porle in un sacchetto e mischiarle per poi ricomporle in ordine casuale.
A quel punto avremo ottenuto una poesia che rispecchia il nostro animo.
Il poeta in questa poesia vuole provocare; lo fa però in modo pacato, scherzoso ed ironico.
Usa termini non troppo complicati per far capire bene il significato della sua provocazione.
La sua intenzione è porsi contro ai poeti; perché solitamente un poeta mette nella propria poesia i suoi sentimenti e le sue riflessioni avendo cura del modo in cui si esprime.
Tristan Tzarà al contrario descrive la poesia come un processo quasi meccanico, robotico e non calcolato, ovvero l’esatto opposto di ciò che dovrebbe essere.
I dadaisti non solo si dedicano alla poesia come scrittura, ma anche all’arte visiva, usando materiali mai usati prima.
L’opera di Duchamp chiamata “La Fontana” infatti vuole prendere in giro la scultura e l’arte.
Quest’opera non è altro che un urinatoio rovesciato con su scritto “Fontana”. Se a quell’epoca avessimo messo un ricco borghese davanti ad un opera del genere sarebbe probabilmente inorridito, o non la avrebbe considerata con serietà.
I Dadaisti usano quindi materiali molto comuni, quasi scontati.
L’arte perde il suo significato, l’opera è un oggetto e basta, che non propone alcun valore simbolico.





Tommaso Rivella

Se si provasse a proporre il concetto di avanguardia nella società odierna, risulterebbe difficile che tale concetto catturi l'attenzione e stupisca qualcuno. Il motivo sarebbe dato dal fatto che la società è ormai sempre più disposta ad accettare e assorbire ciò che è nuovo, la maggior parte delle volte,con totale indifferenza.
Ormai, grazie sopratutto ad internet e ai vari metodi di informazione moderni, la gente è in grado di conoscere ed entrare in contatto con ogni tipo di innovazione, ideologia ecc... e di conoscerne quasi ogni aspetto. Di conseguenza, come già detto in precedenza, è difficile riuscire a stupire una persona scuotendone la mente e mettendo in crisi i suoi principi.
Ciò non vuol dire che non esistano o non si possano creare avanguardie, per esempio, una che mi viene in mente è la così detta “street art”, la quale, si presenta in varie tipologie. Una di queste è l'arte dei graffiti, che è una di quelle che stanno prendendo più piede ultimamente. Severamente vietata nella maggior parte dei paesi per via del fatto che viene espressa su muri, vagoni, ovunque insomma e, di conseguenza, la ricca, buona e corretta società moderna non è disposta a tollerarla e ritiene i writers dei delinquenti da fermare.
Tuttavia anche questo tipo di avanguardia sta via via per essere assorbita dal sistema, venendo publicizzata ed esposta come normali quadri in una mostra. Specialmente negli ultimi tempi , nei quali questo fenomeno si sta diffondendo sempre più, alcuni di questi artisti stanno combattendo: cancellando, come è successo a Bologna, le proprie opere in modo che nessuno le possa usarle per scopi per i quali non sono state fatte.
Un'altro metodo che potrebbe essere utilizzato per opporsi all'omologazione nella società contemporanea potrebbe essere, semplicemente, l'essere seri: è vero, può sembrare banale ma, pensandoci bene, se si guarda la società dei consumi di adesso, questa tende a presentarsi come una società allegra, piena di gioie e soddisfazioni, dove i problemi non esistono e la gente si compiace di questa sensazione e vi si adegua senza ragione diventando tutti burattini del potere.
Se invece si analizza seriamente quello che ci circonda, si può strappare questa maschera alla società e riuscire a contrastarla, con una reale coscienza del motivo per cui lo si fa. L'andare controcorrente non consiste semplicemente nel modo in cui ci vestiamo o dal tipo di musica che si ascolta, ma anche da come la nostra testa ragiona e da come noi ci comportiamo.
Tra le avanguardie del secolo scorso, una mi ha particolarmente interessato, ossia il dadaismo.
Mi ha colpito sopratutto per il suo modo di rifiutare gli standard artistici, e non solo tramite opere che andavano contro il modo consueto di intendere l'arte stessa e la sua funzione nella società novecentesca, ma anche mettendo in dubbio e stravolgendo ogni tipo di convenzione sociale, enfatizzando la stravaganza e l'umorismo passando attraverso i vari campi artistici fino a chiamare in causa le ideologie politiche. Seguendo questo concetto, a mio parere si potrebbe tutt'oggi conseguire la libertà creativa ed intellettuale, riuscendo così a non essere burattini del potere.









































Pubblicato da Federica alle 04:10 Nessun commento:
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